Sembra destino. Chiamiamolo pure avverso, crudele, ingiusto. Ma diciamocelo pure: fanculo!
Once upon a time, al liceo c'era un mio compagno di classe (oltre al Principe, quello che piazza i loft di lusso di cui ho già parlato) il cui soprannome era PEGO, nella foto sopra è quello accucciato a sinistra.
A dire il vero non c'è un motivo ala base di questo nickname. E' nato così. Certo una lieve assonanza con il nome di battesimo l'aveva, ma niente di più.
Era un personaggio abbastanza noto all'interno dello "ZH".
In terza media gli hanno fracassato l'avambraccio, procurandogli frattura scomposta di radio e ulna (per la cui guarigione è stato necessario un intervento chirurgico e parecchi chiodi...)
Al liceo si destreggiava con nonchalance grazie al suo cognome, alla sua indiscutibile vivacità mentale e grazie a quei suoi tipici commenti sagaci, sprezzanti e snob, degni di un "reuccio" (eh si, pure lui un altro nobile...) del pettegolezzo, che può permettersi l'atteggiamento da "leader", invidiatissimo dagli adolescenti, perchè sicuro del potere derivantegli dall'appartenenza alla casta degli INTOCCABILI (di cui faceva parte, tra gli altri, chi come lui aveva almeno un paio di fratelli che frequentavano la nostra stessa illustre scuola, assicurando entrate molto ingenti e lustro all'istituzione per l'altisonanza delle loro famiglie).
In questo caso, ma nemmeno nel caso di Magnum, parlo per invidia pura.
Più cresco, più queste storie mi fanno sorridere.
All'epoca, tra la seconda e la terza classico, Pego si rese da buon imbecille, stronzo e anche un po' coglione (noblesse obligé - ho appreso tanto dei modi educati, si vede no?) responsabile della nascita dei "corsi di recupero" per la materia di RELIGIONE.. perchè lui era contro i Prof..eh già... va beh il risultato fu che anche io mi beccai il suddetto "corsino"(ihihih, sono una brava ragazza solo in apparenza..), solo che siccome oltre a quello lui se n'era beccati altri 4 di "corsini" (no davvero credetemi, un po' intelligente lo era sul serio... so che non sembra, ma fidatevi), la scuola gli propose il serissimo e inflessibilissimo compromesso di andarsene in un altro istituto a frequentare l'ultimo anno di liceo.
In questo modo l'avrebbero promosso d'ufficio a settembre, non facendogli perdere l'anno (anche perchè con 5 "ex esami a settembre" sarebbe stata politicamente ardua anche per il nostro "salvadaneo" giustificarne la promozione..).
La sottoscritta, polla e assolutamente appartentente alla "classe" dei TOCCABILI (e sacrificabili in caso si dovesse bocciare qualcuno per mantenere la fama di un'istituzione severa e rigida) si presentò al famoso "corsino" senza compagni. Risultato: niente corsino (figuriamoci, solo per me? E chi sono io???)... peccato che quel corsino mi causò a traino anche il "corsino" di "matematichina" e questo si che mi fece incazzare di bruttino, ma proprio di bruttino bruttino...
Anyway, oggi il nostro Pego viene intervistato su Style, l'inserto del Corriere della Sera, e beh...non solo sorrido dei ricordi legati a lui, ma anche di questo strano mondo che sembra sempre girare al contrario.
Chi si merita un po' di notorietà per simpatiche e/o grandi conquiste (io preferirei leggere un articolo sul mitico Zara diventato famoso DJ) o per risultati raggiunti tra studi e lavoro (e mettiamoci anche sto Scope neo dirigente in BMW), resta più o meno intrappolato in quella che il Liga ha definito una "vita da mediano", mentre chi non ha fatto nulla di suo per nascere in una certa famiglia, casta o feudo, viene citato come paradigma da invidiare, emulare e stimare. Mah...
Ecco però, prima di chiudere vorrei aggiungere solo una nota: il post che ho creato ha l'unico scopo di far sorridere me e chi lo legge. Resto fiera della mia vita e dei miei risultati (che comunque, almeno per il momento, mi vedono ancora ancorata"all'ombra di un'acciaieria") e non provo invidia per le persone di cui parlo.
Al contrario mi stupiscono sempre, in negativo, le persone che non possiedono i mezzi e/o i quarti di nobiltà di certi altri e che, invece di cercare di cambiare quello che a loro non piace della loro vita, rischiano di implodere nella loro sterile invidia, che non solo non porta a nulla, ma rischia di avvelenare loro stessi e i rapporti con le persone che li circondano.
Io non apprezzo chi se la mena, per principio. Posso capire (ma non comprendere) chi lo fa quando ne ha i mezzi. Ma non capisco (e non voglio comprendere) chi si sente (apparentemente) e si relaziona con gli altri da "superiore", da "figo", da "supercompetente/tuttologo", non avendo alle spalle nè risultati nè stemmi di casato sufficienti... Chi ha orecchie per intendere....