venerdì 8 agosto 2008

Altro pezzo da 90



Casa mia casa mia, per piccina che tu sia..tu hai ben due frigoriferi :-)

Eh eh eh

Ce l'ho fatta. Dopo aver spremuto le menti di un grande architetto e di un mobiliere "estemporaneo" sono riuscita a far incastrare due frigoriferi in meno di 70 mq.

Bella forza direte voi? Che ci vuole?

Infatti la sfida non era tanto dettata dalla ricerca di ottimizzazione dello spazio. Era più il trovare una motivazione anche solo un filo consistente per mettere due frigoriferi praticamente attaccati (sono talmente vicini che li divide solo un sottile pannello di legno)

Beh, la prima motivazione (già basterebbe secondo me) è cioè..beh..guardate la foto!!!

E alora NO??


:-):-) :-)

E la seconda motivazione è che il suddetto frigorifero serve SOLO per bevande (analcoliche, alcoliche, super alcoliche e supersupersuperalcoliche:-) e gelati; mentre l'altro serve da frigo - frigo: per il cibo.

Direi che, alla luce di tutto questo, l'aver comprato due frigoriferi non fa una grinza, NO?? :-)

Beeeeeeeeeeeeeeeello il mio frigo SMEG, beeeeeeeeeeeeello!!

E' retrò? Oui!
E' di moda? Oh yesss!
E' kitsch? Ya!

... insomma... sono io :-) o meglio, io e il mio frigo!

mercoledì 26 marzo 2008

Spiegazioni, lezioni, profondità, ahem...

E' per fare ironia, è perchè ho un pochino di tempo da perdere, è perchè forse se parlo spesso di un argomento vuol dire che mi sta a cuore (in effetti l'emisfero maschile non mi è affatto indifferente).

E' forse perchè ne sento di tutti i colori e ogni tanto, almeno qui, posso commentare ed esporre liberamente ciò che a voce, di fronte ai diretti interessati, cerco di mediare inseguendo un equilibrio tra la cruda verità e l'educazione e il rispetto che sento di dover portare ai miei interlocutori.


Ci sono due categorie di persone che mal digerisco: quelli che fanno i "profondi a tutti i costi", i Proustiani per caso, i filosofi allo sbaraglio, i poeti da strapazzo (cfr "Giardino di cristallo"), gli scapigliati (ma con il gel), i sensibiloni de' noartri... insomma quelli che si sentono "empatici" inside, but deeply deeply inside (se no non sarebbero profondi, no?;-).
Che ti citano Battisti e De Andrè e tutti i personaggi discussi e tormentati. Persone così alla spasmodica ricerca dello svisceramento delle loro forti emozioni che si perdono nei meandri di fumose elucubrazioni, sprofondando in un abisso buio come quello in cui nuotava Marlin, il pesce-papà di Nemo, con la sola, ma fondamentale, differenza che se Marlin cercava di recuperare a tutti i costi la maschera con le indicazioni per trovare suo figlio, i suddetti esploratori si inabissano immergendosi sempre più in verticale in loro stessi, perdendosi tutto quello che c'è al di fuori di loro... egoisti? No, egocentrici. Che è ben diverso e ben peggio.


La seconda categoria che sempre più mi dà sui nervi è quella dei "la so io e te la spego"..mmmhh che rabbia! Ma professori de che?? Ma dall'alto di quale cattedra parlano e ti spiegano in base a cosa si muove il mondo? Ma che titolo hanno per pensare di saperne di più di altri?
Tante parole inutili, scontate, spesso sbagliate, sicuramente superflue, presuntuose e in molti casi già note. E quasi mai condivise, a ragion veduta...

C'è chi nell'ultimo periodo ha pensato di saperne di più di me su come sarà la MIA vita futura, quando un giorno diventerò mamma...e lui è un uomo..mah... c'è chi mi ha "dato lezioni" sulle due cose che fanno da sempre girare il mondo...

W le persone normali che si mettono in discussione e che ascoltano e poi..forse..parlano!

E meno male che tra i miei amici ce ne sono tanti così, e raga.... in cattedra c'è posto per uno solo.... lui!


lunedì 27 agosto 2007

La mia area VIP: significati per pochi intimi


Eccomi tornata dalle vacanze, preferisco chiamarle così e non ferie. Mi fa sentire ancora a scuola :-)


Se siete arrivati fin qui, potete già ritenervi tra i miei amici VIP, nel senso che sono veramente pochi ad avere il link al mio BLOG e questi pochi hanno il privilegio di essere aggiornati (a loro piacimento) su avvenimenti, idee e particolari che non uso condividere con la maggior parte delle persone che conosco.


Dunque, come promesso sfrutto questo mio spazio virtuale per definire meglio il significato del nickname che ho scelto di utilizzare oggi in messenger.


Chi o cosa è un Padulo?


Il padulo non è altro che "l'uccello che vola all'altezza del buco del..." :-)


Questa battuta ci è stata raccontata da piccoli da mio padre, il conte, una di quelle metafore educative che non si scordano!


Anyway, il fatto è che, senza volermi piangere addosso, sono stata attaccata da un altro padulo, che, appena mi sono distratta un attimo...zacchete.. ha fatto ciò per cui è famoso.

Cavolo, ma a questa gente basta proprio un secondo eh?


Ci sono persone che sono velocissime! Io ho la lentezza propria del mio carattere, della mia bontà, chiamiamola pure ingenuità, per non dire babbionaggine...

Una volta un ragazzo mi disse:"A pensar male della gente non si sbaglia mai".

Io più e più volte ho ripensato a questa frase e l'ho sempre trovata tristissima, davvero, anzi direi quasi angosciante.

Secondo questo principio non c'è da fidarsi di nessuno, e bisogna sempre aspettarsi il peggio da chi ti sta di fronte. Solo così non si rimane fregati.


Mamma mia...


Il fatto è che, dati gli incontri malsani che mi sono capitati negli ultimi due anni, date le balordaggini che mi è toccato "leggere" o sentirmi dire, avrei anche tutti i diritti per aderire alla suddetta linea di pensiero...

Ma no! Nonostante le "padulate", nonostante le incoerenze e la cattiveria e/o la presunzione altrui... sono ancora qui, e sono ancora in piedi.


Una cosa però devo ammettere sia cambiata. Ribadisco, io proprio non riesco a pensare subito male del mio prossimo, mi viene l'ansia solo all'idea.

Però, dal momento che il mio approccio positivo non solo non mi ha affatto salvato dai paduli, ma anzi probabilmente ha contribuito a farmi mettere a 90 in tempi molto più brevi di una persona scettica, ho deciso di appendere il cappello.


Che gli altri siano buoni o cattivi non mi interessa più. La speranza è per la prima ipotesi, ma ora quello che conta per me è "scansarmi".

Mi scanso, cari paduli che volate in giro per il mondo!

Vi lascio passare e mi camuffo: mi reinvento camaleontica, cangiante, trasparente, se non addirittura invisibile, impalpabile e comunque, inarrivabile. Per dirla citando il titolo di un mitico film: "Untouchable".


Tiè! E che tocchi a qualcunaltro prendersi qualche "padulata"... Io passo, cedo il mio posto a una parola e dietro di essa mi trincero nel più ascetico silenzio.


COERENZA


martedì 7 agosto 2007

Le mie sedie..forse :-)

Riprendo la mia rassegna sugli oggetti che compongono la mia wishing list con un quid che mi piace in modo particolare: la sedia.

Tra le migliaia di sedute che ho visionato e valutato per la mia futura casetta, scandalizzandomi sempre per il costo di ognuna di esse, sono giunta a definire il modello che mi piace di più.


Ho cercato di capire la differenza (ma non mi sono impegnata più di tanto) tra policarbonato, polipropilene e tutti i poli.. che ho incontrato nei testi descrittivi. Beh non ci sono ben riuscita. Alla fine concordo con chi mi dice: sembra fatta di plastica. Io stessa quando descrivo il policarbonato dico sempre: una sorta di plastica molto robusta e resistente (e non sono nemmeno così certa che sia un materiale particolarmente resistente, ma lo spero dato il costo esorbitante..)

Detto ciò, è tutta una questione di gusto.

Sebbene io sappia perfettamente che le mie azioni con Ambrogio siano in calo vertigginoso, che vi devo dire? Questo è il modello che ho scelto!




Il prezzo? Nemmeno una follia: 132 Euri l'una. Il nome del modello? Ma bien sur: Venus (e scusate se è poco). Il Designer? So anche questa :-) Sergio Gobbi per Origlia.

PS: notate che ha vinto anche un premio internazionale?? ... E allora no?? ;-)

E come dicono in uno spot televisivo molto noto: "A me..me piaaaaaaasce"!


Ah..un nota bene importante: a casa mia varrà il sanissimo principio del "chi rompe paga"..sia chiaro!!


martedì 29 maggio 2007

E poi chi altro ancora?




Sembra destino. Chiamiamolo pure avverso, crudele, ingiusto. Ma diciamocelo pure: fanculo!

Once upon a time, al liceo c'era un mio compagno di classe (oltre al Principe, quello che piazza i loft di lusso di cui ho già parlato) il cui soprannome era PEGO, nella foto sopra è quello accucciato a sinistra.
A dire il vero non c'è un motivo ala base di questo nickname. E' nato così. Certo una lieve assonanza con il nome di battesimo l'aveva, ma niente di più.


Era un personaggio abbastanza noto all'interno dello "ZH".
In terza media gli hanno fracassato l'avambraccio, procurandogli frattura scomposta di radio e ulna (per la cui guarigione è stato necessario un intervento chirurgico e parecchi chiodi...)
Al liceo si destreggiava con nonchalance grazie al suo cognome, alla sua indiscutibile vivacità mentale e grazie a quei suoi tipici commenti sagaci, sprezzanti e snob, degni di un "reuccio" (eh si, pure lui un altro nobile...) del pettegolezzo, che può permettersi l'atteggiamento da "leader", invidiatissimo dagli adolescenti, perchè sicuro del potere derivantegli dall'appartenenza alla casta degli INTOCCABILI (di cui faceva parte, tra gli altri, chi come lui aveva almeno un paio di fratelli che frequentavano la nostra stessa illustre scuola, assicurando entrate molto ingenti e lustro all'istituzione per l'altisonanza delle loro famiglie).

In questo caso, ma nemmeno nel caso di Magnum, parlo per invidia pura.
Più cresco, più queste storie mi fanno sorridere.

All'epoca, tra la seconda e la terza classico, Pego si rese da buon imbecille, stronzo e anche un po' coglione (noblesse obligé - ho appreso tanto dei modi educati, si vede no?) responsabile della nascita dei "corsi di recupero" per la materia di RELIGIONE.. perchè lui era contro i Prof..eh già... va beh il risultato fu che anche io mi beccai il suddetto "corsino"(ihihih, sono una brava ragazza solo in apparenza..), solo che siccome oltre a quello lui se n'era beccati altri 4 di "corsini" (no davvero credetemi, un po' intelligente lo era sul serio... so che non sembra, ma fidatevi), la scuola gli propose il serissimo e inflessibilissimo compromesso di andarsene in un altro istituto a frequentare l'ultimo anno di liceo.

In questo modo l'avrebbero promosso d'ufficio a settembre, non facendogli perdere l'anno (anche perchè con 5 "ex esami a settembre" sarebbe stata politicamente ardua anche per il nostro "salvadaneo" giustificarne la promozione..).

La sottoscritta, polla e assolutamente appartentente alla "classe" dei TOCCABILI (e sacrificabili in caso si dovesse bocciare qualcuno per mantenere la fama di un'istituzione severa e rigida) si presentò al famoso "corsino" senza compagni. Risultato: niente corsino (figuriamoci, solo per me? E chi sono io???)... peccato che quel corsino mi causò a traino anche il "corsino" di "matematichina" e questo si che mi fece incazzare di bruttino, ma proprio di bruttino bruttino...

Anyway, oggi il nostro Pego viene intervistato su Style, l'inserto del Corriere della Sera, e beh...non solo sorrido dei ricordi legati a lui, ma anche di questo strano mondo che sembra sempre girare al contrario.
Chi si merita un po' di notorietà per simpatiche e/o grandi conquiste (io preferirei leggere un articolo sul mitico Zara diventato famoso DJ) o per risultati raggiunti tra studi e lavoro (e mettiamoci anche sto Scope neo dirigente in BMW), resta più o meno intrappolato in quella che il Liga ha definito una "vita da mediano", mentre chi non ha fatto nulla di suo per nascere in una certa famiglia, casta o feudo, viene citato come paradigma da invidiare, emulare e stimare. Mah...

Ecco però, prima di chiudere vorrei aggiungere solo una nota: il post che ho creato ha l'unico scopo di far sorridere me e chi lo legge. Resto fiera della mia vita e dei miei risultati (che comunque, almeno per il momento, mi vedono ancora ancorata"all'ombra di un'acciaieria") e non provo invidia per le persone di cui parlo.
Al contrario mi stupiscono sempre, in negativo, le persone che non possiedono i mezzi e/o i quarti di nobiltà di certi altri e che, invece di cercare di cambiare quello che a loro non piace della loro vita, rischiano di implodere nella loro sterile invidia, che non solo non porta a nulla, ma rischia di avvelenare loro stessi e i rapporti con le persone che li circondano.

Io non apprezzo chi se la mena, per principio. Posso capire (ma non comprendere) chi lo fa quando ne ha i mezzi. Ma non capisco (e non voglio comprendere) chi si sente (apparentemente) e si relaziona con gli altri da "superiore", da "figo", da "supercompetente/tuttologo", non avendo alle spalle nè risultati nè stemmi di casato sufficienti... Chi ha orecchie per intendere....





venerdì 27 aprile 2007

He Comes Home!


Buio. Ore 7.50. Avevamo12 anni. Una sala: Sala Marzorati. Chissà perchè poi si chiama così.

Due bambine, teenagers fa più figo. Ovviamente migliori amiche, anzi meglio: Y.A.M.B.F.F.E! Un Cd portatile. Batterie cariche. Un headphone a testa, bastava e avanzava. Volume a 15 (il massimo era 20).

"Dai dai, metti Say you say me!"

"No prima sentiamo All night long"


Dai nostri zaini Invicta escono 2 Ferrero Rocher innocentemente rubati al bar della Rotonda della Besana e partono le prime note... e poi le prime parole del testo: "Well, my friends the time has come / To raise the roof and have some fun" (all'epoca a essere sinceri, le parole del testo ci sfuggivano un pochino. E allora la frase da noi cantata ad alta voce doveva suonare più o meno così:"Uè, mai friend the taim as com, to rees ..na na na na.. sam fan" e inoltre, sempre per dovere di cronaca devo dire che poco ci fregava del significato di quello che ripetevamo..scusaci Lionel ;-)


Nell'attesa di partire con il resto della classe per un ritiro spirituale, in cui in teoria avremmo avuto la possibilità di far nascere e crescere un amore smisurato nei confronti dell'Onnipotente, ci siamo invece innamorate di LIONEEEEEEEL. (In seguito ci saremmo innamorate anche del figo cinese del film "L'amante", ma quella è tutta un'altra storia.. :-)))


E sebbene il ritiro non abbia fatto scoccare la nostra scintilla nei confronti dell'Altissimo, per il quale comunque nutriamo da sempre una fede a tratti profonda (e a tratti un po' meno), quel giorno nacque il nostro amore, sempre fieramente sbandierato e tutt'oggi profondissimo, per questo cantante che tante emozioni ci ha regalato.


Potrei tralasciare che per alcuni Lionel e Richie rappresentassero un duo fino a poco tempo fa .... poi sono arrivata a catechizzare anche mio fratello che, illuminato, ha capito che Lionel Richie è una persona sola (eh Nicky?): non uno e trino, non uno e "duo", ma semplicemente uno...o meglio un GRANDISSIMO. Ma non potevo tralasciare...ihihih Stabilo Bosssssssssss tiè ;-p


Tra i ricordi più belli, a parte tutti i momenti, le ore, i giorni consumati ad ascoltare il CD "Back to front" con la Raffa, ci sono quelli legati a una canzone di Lionel che mi è molto cara.

Mi è stata dedicata da René, che un giorno di quasi 8 anni fa, nella sua stanza presso la nostra residenza universitaria a Helsinki, mi leggeva sdraiato al mio fianco il testo di "Truly", mentre ascoltavamo il suddetto CD insieme. A dire il vero un po' mi viene da ridere a ripensare a quel momento: la stanza piena di candele e lui che, mentre la canzone suona, legge simultaneamente il testo e a tratti mi regala una personalissima interpretazione della melodia. All'epoca ero troppo innamorata per ridergli in faccia...ma di lì a poco le sue interpretazioni di Lionel, Barry, Tina, Bryan e tanti altri avrebbero costituito il principio di tante risate dapprima sommesse e poi convulse :-) che oggi mi mancano un sacco.


Due delle persone più importanti della mia vita sono quindi legate a ricordi che hanno per colonna sonora canzoni di Lionel Richie.


E c'è anche una canzone che non vedo l'ora di ascoltare dal vivo. La dedico a colui che verrà. La trovo stupenda sia dal punto di vista dei testi, sia della melodia che mi rallegra ogni volta io la ascolti.

La fede che Lionel suscita nell'amore sarebbe degna di un altro tipo di ritiro, a due magari....:-) e guarda caso, tanto per rimanere tra sacro e profano, il titolo della canzone che ho in mente è proprio "Angel".


Ma, dato che per il momento non se ne parla proprio di ritiri di quel tipo.... attendiamo giovedì prossimo il momento in cui insieme urleremo a squarciagola: "Oh what a feeling, when we're dancing on the ceiliiiiiiiiiiiing"


Grazie Lionel, per quella mattina e per questo momento che ci regalerai prima che l'allora dodicenne "Gazzella dello Zacca" e oggi ventinovenne rampante Microsoftiana Raffa diventi una persona rispettabile andando all'altare e mettendo su famiglia... (oh mamma, qui sarebbe proprio il caso di invocare Nostro Signore...che ci dia una mano con la futura progenie... ma non so se dopo i nostri famosi "ritiri adolescenziali" avrà ancora voglia di ascoltarci ;-)


lunedì 23 aprile 2007

10 giorni alla "chiamata"


E' iniziato il countdown.

Tra 10 giorni, come ogni anno, sarà il mio compleanno. E tra 10 giorni, come ogni anno, riceverò LA telefonata.

16 anni fa, quando avevo 13 anni, conobbi Diego. Sarebbe stato il mio primo di tante cose:
- il primo colpo di fulmine
- il primo grande amore
- il primo Ti Amo
- il primo a superare la soglia dei 6 mesi
- il primo amore a distanza
- il primo, e unico, ragazzo più piccolo di me (di 2 giorni, ndr)

La prima volta che ci incontrammo, in estate, in campagna, eravamo troppo piccoli per dare vita a qualsiasi forma di rapporto che trascendesse l'amicizia. Ci sembrava che la distanza Milano - Brescia fosse equivalente a "comunque troppo lontano".
Tuttavia ciò non ci impedì di fare progetti per il futuro, tipo: "Quando avrò l'età, comprerò la Honda Chesterfield, verrò a Milano e ti porto via" :-)

Eravamo alti uguali, poco meno di 1 metro e 70. Che risate a scambiarci le definizioni in "slang" tipo: "A Milano si dice zarro"; "A Brescia si dice toro". "A Milano si dice bigiare"; "A Brescia si dice bruciare".
Che tenerezza.. Che periodo magico.. e il bello doveva ancora venire!
Dopo quell'estate di sincere e pregnanti promesse, non ci vedemmo per tre anni.
Una vita. Fatta di cartoline, di racconti trasmessi da sua nonna alla mia tata e viceversa. Nessuno dei due si dimenticava dell'atro, ma le vite che conducevamo sembravano svolgersi in universi paralleli destinati a non incontrarsi più.

Poi, il 25 aprile 1994, ci rincontrammo. O meglio, con il cuore a mille io vidi un ragazzo bellissimo, alto 20 cm più di me con un sorriso spettacolare e uno sguardo negli occhi che sembrava dire "Io mi ricordo tutto e tu?".. e io... anche io mi ricordavo tutto..

Per la prima volta ci scambiammo il numero di telefono e, dopo meno di un mese, il nostro primo bacio: era il 21 maggio 1994. Lui era vestito con jeans neri, una camicia di seta rosa salmone con i pois neri (scusami Piccolo, ma era proprio orrenda!), le Superga bianco crema (mai sopportate su un uomo, a parte te) e un giubbotto di jeans nero.

Non c'è un singolo momento che io non ricordi. Lo stomaco ridotto un groviglio, le mani che tremavano ogni volta che ti vedevo, la voce che annunciava le fermate del treno che ti avrebbe portato via, come reciterebbe una voce fuori campo nell'ultima scena di un film. Le piastrine da militare con i nostri nomi e la data. La sorpresa davanti a scuola quando avevi bruciato per venire a prendermi e io non ti avevo nemmeno riconosciuto (che stordita....)
Il momento in cui, coraggio a 2 mani, ti ho urlato "Ti Amoooooooo" sott'acqua. Il giorno dopo, quando a Messa, mi hai fatto leggere "Ti Amo" sul libretto dei canti e avevi vicino mia madre...

Non riesco a descrivere la grandezza dei sentimenti che ho provato. Mi sembrano più profondi e più complicati di qualsiasi perifrasi io possa inventare.

Ho così tante immagini impresse nella memoria, così tante sensazioni ancora vividamente scolpite nei ricordi.

Sei la prima scommessa che ho giocato. E vedendo chi sei diventato oggi, sono ancora più fiera di 13 anni fa quando già camminavo sulle nuvole al pensiero di averti tutto per me.

Tra 10 giorni ci sentiamo, e questo appuntamento rimane, almeno per me, imprescindibile. E dopo due giorni sarà il mio turno...

Non importa dove siamo, non importa quanto tempo sia passato: quando sento la tua voce, il 3 maggio smette di essere il mio compleanno, per diventare il "giorno della nostra telefonata".

Ti aspetto, non mancare.